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L’Anno che Verrà

Creato il 24 dicembre 2015 da Pedroelrey

Siamo in chiu­sura d’anno e, come da tra­di­zione, si azzar­dano pre­vi­sioni e con­si­gli sul futuro pros­simo venturo.

Dovendo tirare le somme del 2015 la prin­ci­pale con­clu­sione che traggo è che si è trat­tato ancora una volta dell’anno delle chiac­chiere, del par­larsi addosso e della scarsa concretezza.

Non vi è con­ve­gno, incon­tro per addetti ai lavori, in cui non ven­gano citati casi vir­tuosi, esempi di quante cose inte­res­santi sia pos­si­bile fare gra­zie al  con­nu­bio digitale-giornalismo-giornali. Del come il met­tere il let­tore, le per­sone, al cen­tro del pro­cesso sia sem­pre meno una opzione e sem­pre più, final­mente, una neces­sità. Di enga­ge­ment, di coin­vol­gi­mento, di com­mu­nity, e di molto altro ancora.

Pec­cato che quasi sem­pre gli esempi, le case study, siano di quel che avviene altrove, con i soliti esempi dei vir­tuo­si­smi del Guar­dian e/o del New York Times, di Buz­z­feed, Vice e Quartz, solo per citare i più ricor­renti. [Ec]citazioni che però non riguar­dano quasi mai la realtà ita­liana che invece resta appiat­tita su se stessa nel com­plesso con gior­nali e reda­zioni che espri­mono un tasso di inno­va­zione che defi­nire scarso è un eufemismo.

I casi d’interesse, quei rari, ven­gono da pro­po­ste che nascono fuori dai grandi edi­tori. Penso a Good Mor­ning Ita­lia, ormai alle “fase due” di svi­luppo, o a Slow News, ed ancora, al suc­cesso del cro­w­d­fun­ding di Vali­gia Blu, unica testata a pro­durre qual­cosa di degno di nota sotto il pro­filo gior­na­li­stico rela­ti­va­mente al caso ENI Vs Report e, per­chè no, alla nascita di Wolf.

Volendo coniare un motto per il 2016 credo che il migliore possa essere il mai dimen­ti­cato più fatti meno parole. Meno chiac­chiere, meno riu­nioni “stra­te­gi­che”, soprat­tutto meno dif­fe­renze tra dichia­rato e rea­liz­zato. Se ci sarà più coe­renza tra le parole ed i fatti allora pro­gre­di­remo, final­mente, nella dire­zione giu­sta invece di far nascere dopo anni di annunci e tor­menti un’Edi­cola Ita­liana obso­leta il giorno stesso del suo lan­cio o Gaz­zetta Tv su cui sono stati sper­pe­rati 10 milioni di euro per deci­dere, sostan­zial­mente, di chiu­derla a circa un anno dal lan­cio, tanto per citare esempi emble­ma­tici dello scarso tasso di inno­va­zione dei new­sbrand del nostro Paese.

Ormai lo sce­na­rio è chiaro. Quale sia la situa­zione e quali ragio­ne­vol­mente potranno essere gli svi­luppi del pros­simo trien­nio è evi­dente. Meno tavole rotonde e più work­shop, di valore, per met­tere le per­sone nelle con­di­zioni di ope­rare con­cre­ta­mente. Più pic­coli pro­getti, e pic­coli bud­get d’investimento, con i quali spe­ri­men­tare in modo snello e con­ti­nuo, per sba­gliarne 7 su 10 ma, final­mente, imbroc­carne qualcuna.

Can­tava l’indimenticabile Lucio Dalla in «L’Anno che Verrà»: “L’anno che sta arri­vando tra un anno pas­serà io mi sto pre­pa­rando è que­sta la novità”. Fac­ciamo in modo che sia dav­vero così.

NiusRoom 02


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